lunedì 18 aprile 2011


                        
Progetto a cura di:

Tommaso Capecchi
Lorenzo Cianchi
Sara Poggianti





Inaugurazione

25 Aprile 2011, h 20.30
  
“I MACELLI”
Certaldo
Piazza Macelli n°8




Sembra uno scaffale, visto da lontano, uno scaffale dell’intimità, dei pensieri, segreti o scoperti ma che tendono per natura ad una condivisione con l’esterno, con l’altro.
L’installazione degli studenti dell’East Carolina University di questo quarto evento è composta da una struttura di ferro inserita nella facciata, che ha forti richiami all’abaco, l’antico strumento di calcolo usato dai popoli mesopotamici, dai Greci e dai Romani.
Su questa struttura scorrono libri ed oggetti ed il richiamo stavolta, è diretto alla biblioteca, a quello spazio, pubblico o privato, dove impariamo e apprendiamo il sapere.
L’abaco è il primo approccio che abbiamo con la matematica e quindi, con un ragionamento ed è un’invenzione che ha migliaia di anni.
I libri sono di antica invenzione e sono i testimoni di una cultura, della sua nascita e della sua genesi.
Abaco e libri sono le condizioni necessarie, essenziali ed imprescindibili alla vita di un popolo e per il singolo uomo, sono quel laico e sacro binomio che usa per crescere intellettualmente,  capire la realtà ed il mondo nel quale vive.
A questo guarda l’installazione.
All’importanza dello scibile umano, dal primo passo di un pensiero fino al suo sviluppo anche più prossimo, ad una cultura dei popoli come a quella dei singoli individui, ad una identità culturale vista come fondamentale e unico passaporto di definizione dell’ essere umano, con il quale diventerebbe  animale capace di riflettere sul passato, pensare al futuro, convivere con gli altri pacificamente ed in grado di riuscire a comprendere quei progressi di comodità da lui stessi creati.
 Ed è questo quella sorta di flusso empatico che l’installazione pretenderebbe suscitare nello spettatore.
I richiami visivi hanno a che fare con le opere di Rauschenberg e Johns, i così definiti Informali.


Tommaso Capecchi









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FU ORA

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